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Da sempre mi sono interessata delle articolate connessioni tra mente e corpo. Da Persona Altamente Sensibile la curiosità e la caparbietà oltre al pensiero ramificato mi hanno indotta, come un viandante con la sua lanterna in mano, a peregrinare occupandomi del corpo come link alla mente e viceversa. Se con lo shiatsu ho approfondito tematiche energetiche mutuate dalla Medicina Tradizionale Cinese, con la Psicosintesi mi sono addentrata nel mondo della mente, delle emozioni, dei comportamenti e della relazione. Mente e corpo sono unità complementari, la ricerca di percorsi di individuazione di tale unità hanno l’intendo di far emergere il meglio di sé, dando significato al proprio passaggio terreno.

Psicosintesi

Il termine Psicosintesi fu utilizzato per la prima volta da Roberto Assagioli nel 1926. Tale termine vuole sottolineare la visione olistica ed integrale della sua prassi terapeutica-educativa-formativa. La Psicosintesi è un atteggiamento, una tendenza verso ciò che è connaturato nell’essere umano: integrazione e sintesi. Utilizza tecniche e metodi idonei a promuovere un movimento interiore, possiede una specifica impostazione ed una precisa direzione. La Psicosintesi può applicarsi nell’ambito dell’autoformazione e realizzazione psico-spirituale, quale metodo di educazione integrale.

La Psicosintesi concepisce l’uomo come essere bio-psico-sprirituale. Quanto a dire che l’integrazione e la sintesi può operarsi sia sul piano teorico che pratico, esistendo una stretta relazione tra il corpo e la mente.

Topica Assagioliana

Assagioli sviluppa una topica (dal greco ‘luogo’) ovvero due immagini: Ovoide e Stella delle funzioni. Lo scopo è acquisire una visione “pluridimensionale della personalità umana, certo non perfetta e definitiva, ma più vasta e più corrispondente alla multiforme realtà di quelle che sono state formulate finora”. In sostanza, tali schemi vogliono solo essere uno strumento didattico per favorire una visione d’insieme delle connessioni tra le varie parti che ci compongono e del loro significato e valore.

1) Ovoide

Inconscio Inferiore – ne fanno parte le attività psichiche che presiedono la vita organica, gli istinti fondamentali come quello sessuale, le abitudini e gli automatismi inconsci, le sensibilità psichiche non dominate, il passato psichico, le conflittualità rimosse, i complessi a forte tonalità emotiva, traumi rimossi individuali ed ereditati, le radici e cause di manifestazioni fobiche, ossessioni e contenuti depressivi o maniacali. Questa area psichica è il fondamento dell’intera struttura psicologica come base per sostenere e permettere lo sviluppo dell’intero edificio psichico.
Inconscio medio
– rappresenta il presente psichico ed è considerato il grande archivio della memoria. Ciò che in esso riaffiora aiuta nelle elaborazioni di esperienze e prepara a future attività. I contenuti che in esso si muovono sono pronti ad entrare nel Campo di coscienza e favorire un processo di consapevolezza.
Inconscio superiore
– è la dimensione transpersonale della persona. In esso c’è il suo futuro psichico, virtù, capacità, talenti, intuizioni ampie, le ispirazioni, gli impulsi altruistici, creatività, amore, gioia, stati d’illuminazione, estasi e facoltà parapsicologiche elevate. L’inconscio superiore è il livello psichico irradiato dal Sé, la cui energia è trasformata in simboli, pensieri ed immagini da utilizzare dalla coscienza.

Campo di coscienza o di consapevolezza – si riferisce a quella parte di contenuti di cui la persona è consapevole in un dato momento. Le sue dimensioni sono mutevoli in quanto è definita dai contenuti delle funzioni psichiche osservabili, analizzabili e valutabili coscientemente nel momento attuale.

Inconscio collettivo – l’uomo non è isolato, non è una casa senza finestre, bensì immerso in un grande oceano psichico in cui ogni essere vivente si muove. Nell’inconscio collettivo vi è il patrimonio dei vissuti dell’umanità sia con riferimento alle generazioni che alle epoche e che sono trasmessi al singolo che a sua volta vi diffonde il proprio psichismo.

Io o Sé personale – l’Io è riflesso del Sé in quanto ne possiede la stessa essenza. Per analogia lo si può intendere come l’anima. L’anima è intesta come energia che accompagna e dirige l’uomo nel suo passaggio terreno. In sostanza, il Sé può essere percepito come ponte e sintesi tra gli aspetti personali e universali dell’individuo.

Sé superiore o transpersonale – è immutabile, immobile e stabile. Tale senso di permanenza viene trasmesso all’Io, quale suo riflesso, trasmettendo  alla persona il senso di identità personale. Per raggiungere il Sé è necessario consolidare il Sé personale, saper usare la Volontà per elevarsi verso il Sé.

Pur presentando in modo statico la vita psichica tale immagine può fornire una visione dinamica dell’essere umano. La persona è concepita in un processo in ‘costante divenire’ tra passato (inconscio inferiore) e futuro (inconscio superiore), quindi una condizione di movimento verso il Sé superiore lungo la linea tra Sé personale e Sé transpersonale.

Nella topica si può rilevare una dimensione temporale (tensione tra passato e futuro) ed una spaziale (tra molteplicità e unità). La prima genera problemi risolvibili mediante un processo maturativo, la seconda, è caratterizzata da conflittualità risolvibili attraverso un lavoro di sintesi, unificazione ed autorealizzazione.

2) Stella delle funzioni

La Stella delle Funzioni pone maggiormente in evidenza l’aspetto plastico e dinamico della nostra costituzione bio psichica.

Mediante questo schema Assagioli pur partendo dallo studio delle funzioni psichiche di Jung (che ne contempla solo 4: sensazione, sentimento, pensiero ed intuizione) ne considera altre come l’immaginazione, gli istinti e la volontà

Ognuno dei raggi indica “la struttura biologica e i processi psichici di una singola funzione”:

  1. SENSAZIONE sono tutte le informazioni che attraverso i sensi ci pongono in relazione col mondo esterno; il suo meccanismo è: stimoli – sensazioni – percezioni – appercezioni (capacità di accorgersi di percepire)– ricostruzione mentale di dati sensibili.
  2. IMPULSI/DESIDERI sono le molle che definiscono l’azione, le tendenze spontanee che ci muovono o ci inducono a farlo. Ogni persona è mossa da istinti e desideri che possono spaziare dai piaceri sensuali fino alle aspirazioni idealistiche.
  3. EMOZIONI/SENTIMENTI sono quegli elementi che danno energia alla vita. Sono ricomprese le passioni, le emozioni, sentimenti personali o estetici o morali o universali.
  4. PENSIERO la capacità di ragionare, di focalizzare l’attenzione della mente. Le emozioni, i sentimenti come gli istinti e i desideri tendono a far deviare questa funzione “quando è diretto dalla volontà e vivificato dal sentimento il pensiero è creativo
  5. IMMAGINAZIONE consiste nel portare innanzi all’occhio della mente degli oggetti e percezioni. Essa può essere creatrice, evocativa di immagini, sentimenti, desideri e pensieri
  6. INTUIZIONE etimologicamente significa ‘vedere internamente’, è la capacità di percepire il Tutto, l’Essenza partendo dalla sua totalità.
  7. VOLONTA’ è quella funzione alla quale è riconosciuta una posizione centrale rispetto alle funzioni suindicate, poiché è la funzione privilegiata dell’Io. In Psicosintesi la Volontà facilita l’Io nel dirige, equilibrare e regolare le altre funzioni. La Volontà svolge un’azione di coordinamento per concretizzare l’obiettivo prestabilito dall’Io personale.

Nella Psicosintesi un uso autoregolato e finalizzato delle varie funzioni è possibile, allorquando l’Io abbia recuperato uno spazio di libertà dalle identificazioni, con i contenuti del campo di coscienza, e che sia in grado di utilizzare la funzione volontà al meglio. L’esame delle singole funzioni è in Psicosintesi considerato indispensabile nella fase dedicata all’inventario della personalità.

Anche se nello schema appare che le varie funzioni siano almeno parzialmente le une separate dalle altre, di fatto esse si sovrappongono, si sfumano essendo fortemente connesse.

I rapporti tra le varie funzioni danno luogo a due tipi di interazioni fondamentali:

  1. Quelli che si realizzano SPONTANEAMENTE o MECCANICAMENTE
  2. Quelli che possono essere INFLUENZATE, GOVERNATE, DIRETTE DALLA VOLONTA’.

Attraverso un uso consapevole delle Leggi della Psicodinamica, che regolano le interconnessioni tra funzioni, è possibile ricercare l’equilibrio e la centratura in un’ottica di trasformazione di sé.

Ulteriore aspetto della Psicosintesi va ricercato nell’inconscio plastico o non strutturato che va distinto da quello strutturato o condizionato.

Assagioli quando si riferiva all’inconscio plastico voleva indicare quella “vasta parte dell’inconscio che non è condizionata in questo modo, è plastica, e il fatto di poter essere influenzata la rende simile ad una inesauribile provvista di materiale fotografico non esposto”. L’inconscio plastico è una vasta area aperta ad ogni tipo di impressione, una zona attraverso cui assorbire nuovi stimoli, operare delle trasformazioni, apprendere, elaborare e creare.

Secondo la Psicosintesi l’inconscio plastico è una meravigliosa risorsa, una fantastica ricchezza su cui e attraverso cui agire, utilizzando appropriatamente le Leggi della psicodinamica per trasformare. In sostanza, è possibile imparare ad usare queste influenze consapevolmente e sapientemente, allo scopo di costruire in noi quegli atteggiamenti e qualità che sentiamo di volere avere. È possibile imparare a cooperare con l’inconscio plastico, apprendendo i ritmi e le leggi che lo regolano.

Conosci, possiedi e trasforma te stesso

In Psicosintesi l’essere umano è in continua lotta tra passato e futuro, tra tendenze statiche, regressive e tendenze progressive. Questa tensione evolutiva conduce dalla molteplicità all’unità, dall’inerzia verso l’attività, dall’oppressione verso la libertà, dalla separatività verso l’unione e la sintesi.

L’essere umano è visto in cammino, orientato verso la propria autorealizzazione. Ogni persona, muovendosi nella dimensione tempo-spazio, è fondamentalmente  alla ricerca del proprio Sé.

La funzione psichica attraverso cui l’uomo non è più colui che subisce passivamente gli eventi della vita, ma ne diventa artefice in quanto in grado di autodeterminarsi, di scegliere e di assumersi le responsabilità del cambiamento è la Volontà. Nella visione assagioliana l’attitudine propositiva e creatrice della funzione volontà è un carattere essenziale dell’essere vivente. Reprimere questa spinta interiore significa incontrare frustrazione, depressione e rabbia. Realizzare se stesso significa sentirsi libero di partecipare attivamente alla propria esistenza.

Nella visione assagiolina l’‘insaziabile sete di sapere’ di Ulisse  ci può aiutare a comprendere come  l’essere umano può attraverso l’esplorazione del proprio mondo interiore scoprire nuovi  territori, costruire nuovi percorsi e disegnare nuove mappe per intraprendere quel cammino che avverte ‘avere senso’ di camminare. La comprensione di poter apportare dei necessari aggiustamenti per proseguire il percorso, il riconoscere ciò che è proprio da ciò che non lo è, permette di scegliere e discernere, quindi lasciare andare ciò che può impedire il viaggio.

Il voler vivere consapevolmente, per “essere signori e non schiavi nella propria dimora interna”, necessita la conoscenza di se stessi. Partendo dalla conoscenza si può innescare un processo di trasformazione che attraverso la consapevolezza fa comprendere di possedere  risorse, competenze, capacità e talenti che opportunamente miscelati  rendono ognuno di noi ‘padroni in casa propria’.

CONOSCI TE STESSO:

Lo possiamo intendere sia come momento di analisi dei propri pensieri, immagini ed emozioni sia come scoperta intima della propria Essenza.
In questa fase iniziale del viaggio, la partenza è l’andare dal noto verso ciò che non lo è, procedendo dagli aspetti coscienti della personalità per ampliare a quelli inconsci.
L’atteggiamento interno da assumere è quello dell’Esploratore che osserva ciò che c’è intorno, coltivando la capacità di distaccarsi da ciò che osserva. Tale atteggiamento favorisce la scoperta della differenza tra i mutevoli contenuti che si avvicendano nel campo di coscienza. Lo scopo della Disidentificazione, tecnica fondamentale del modello, è di favorire la conoscenza di sé.

POSSIEDI TE STESSO

Man mano che ci si rende consapevoli della nostra vitalità interna si acquisisce la padronanza degli elementi che vivono ed agiscono in noi e delle forze che ci abitano. In questa fase si attivano le qualità dinamiche della volontà che, vicina all’Io personale, mette in atto tutte quelle strategie necessarie affinché l’Io possa “guidare saggiamente la carrozza”. L’attività connessa alla padronanza non è un’azione di inibizione, bensì di vivificazione delle dinamiche interne a seconda delle esigenze, dei momenti e delle situazioni della vita.

È nella capacità di gestire se stessi che è possibile raggiungere spontaneità ed autenticità. Infatti, nella comprensione che si stanno recitando ruoli o indossando maschere inconsapevolmente o forzatamente, sta la possibilità di scegliere se e quando ciò lo si ritiene opportuno.

TRASFORMA TE STESSO

Imparare a gestire se stessi conduce alla dimensione del cambiamento. Per poter accedere al potenziale trasformativo grande importanza ha l’esperienza, la comprensione, l’accettazione, il lasciare andare come l’imparare a morire.

Esperienza è ritenuta in Psicosintesi di grande importanza, poiché è attraverso un’esperienza vissuta a tutti i livelli dell’esistenza che è possibile trarre insegnamenti ed accrescere la consapevolezza.

Comprensione è indispensabile per liberare quel potere interno necessario alla trasformazione. Comprendere significa  rendersi conto della vera natura di un fenomeno, richiede coraggio, disponibilità ad affrontare le proprie illusioni, preconcetti e pregiudizi.

 Accettazione è un passaggio significativo ed imprescindibile per la propria crescita. La vera accettazione libera il potere creativo dell’uomo. L’accettazione è la resa, è il prendere le distanze dalla lotta contro se stessi, è un processo graduale e continuo che giunge a mostrare il nostro originario volto.

Accettare se stessi con pregi e limiti è un atto di coraggio e di profonda umiltà, che apre le porte all’esperienza della totalità del nostro essere.

Imparare a morire significa avere il coraggio e la fiducia di entrare nel dolore, nel buio, nel caos per aprirsi. Al termine di questa morte simbolica che dischiude ad una nuova nascita psichica, si sperimenta quel lasciare andare che permette  l’emergere di nuove idee, atteggiamenti e stati dell’Essere.

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